Napoli presenta il conto ai parlamentari. Un conto salatissimo. I
deputati e i senatori che vorranno mangiare o anche solo prendersi un caffè nel capoluogo campano dovranno mettere mano al portafogli e
aggiungere qualche zero ai prezzi che di solito pagano nella bouvette di
Montecitorio o Palazzo Madama. Per loro una pizza costa cento euro, un caffe' 90 euro, un panino 350, uno yogurt mille euro.
La
protesta anticasta è partita ieri. «I soldi in più li darò in
beneficenza», spiega Gino Sorbillo, tra i promotori dell'iniziativa
etitolare dell’omonima pizzera in via dei Tribunali, nel centro antico
di Napoli. «Quello che la casta ruba ai cittadini ce lo riprenderemo con
la forza, donandolo ai più bisognosi». Sergio Miccù, presidente
dell’Associazione pizzaioli napoletani aggiunge: «Con una circolare
rivolta a tutti i pizzaioli Italiani, stiamo chiedendo di aderire a
questa iniziativa mettendo a 100 euro le pizze per i deputati. O i
parlamentari italiani rinunceranno alla pizza, o pagheranno cifre blu, o
adegueranno i prezzi dei loro ristoranti al mercato e torneranno a
pagare il giusto».
La rivolta degli esercenti napoletani è stata
subito sponsorizzata dai Verdi. «La casta ci aveva promesso che avrebbe
adeguato i prezzi dei ristoranti della Camera e del Senato al mercato.
Purtroppo non è stato così. A questo punto dobbiamo costringere gli
onorevoli italiani a pagare il giusto. Se ogni ristorante o pizzeria
dove si recheranno nei prossimi giorni gli farà pagare cifre esorbitanti
vedrete che impareranno la lezione», ha puntualizzato Francesco Emilio
Borrelli, commissario regionale.
Fonte libero-news.it
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