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martedì 8 maggio 2012

Rubygate/ Chiara imbarazzata davanti alle ragazze con il priapo


Si è detta "imbarazzata". Poi "terrorizzata". Poi che le "veniva da piangere". E ha pianto in aula, Chiara Danese, una delle ragazze presenti a una serata ad Arcore, chiamata al banco dei testimoni del processo per concussione e prostituzione minorile a carico dell'ex premier Silvio Berlusconi. Danese è parte civile nel dibattimento parallelo per favoreggiamento e induzione alla prostituzione a carico, invece, di Lele Mora, Nicole Minetti e Emilio Fede e ha pianto quando, rispondendo a una domanda di Niccolò Ghedini, ha detto ai giudici che a causa di quella serata ancora oggi viene additata come una "escort".

Della serata a Villa San Martino la teste ha detto che era stata invitata da Emilio Fede, che aveva conosciuto partecipando al casting per diventare meteorina. "C'erano una decina di ragazze e un paio di signore eleganti più adulte", ha detto. Chiara ha descritto la cena con Berlusconi, seduto al fianco di Roberta, "che lui aveva presentato come la sua fidanzata e che io avevo conosciuto in una selezione per miss Italia". Durante la cena qualcuno suonava, poi "Berlusconi cominciò a raccontare barzellette sconce per le quali le ragazze ridevano in modo forzato". Tra loro, anche Nicole Minetti, le gemelle De Vivo, Marystelle Polanco.


"Ad un certo punto Berlusconi fece arrivare una statuetta raffigurante un uomo, dall'altezza più o meno di una bottiglietta d'acqua da mezzo litro con un pene sproporzionato. Berlusconi invitò le ospiti a mimare rapporti orali con la statuetta e loro lo fecero... c'era chi scopriva il seno... poi le ragazze andavano da Berlusconi, si facevano toccare, lo toccavano, cantavano 'Meno male che Silvio c'è'". Chiara ha detto di essersi rifiutata di partecipare a quelle effusioni, così come l'amica Ambra Battilana. Risultato: "Fede dava a me e ad Ambra delle gomitate per farci reagire".

Nel contro esame, ha descritto invece il bunga bunga. "Nel locale che sembrava una discoteca, le ragazze ballavano in modo provocante e alcune si spogliavano. Ricordo che la Minetti rimase nuda. Alcune di loro venivano da me e Ambra, ci mettevano le mani addosso, ci spingevano a imitarle. Io stavo zitta, non parlavo con nessuno. Mi veniva da piangere, ero fortemente in imbarazzo". È a questo punto che ha chiesto a Fede di tornare a casa con l'amica. "In auto Fede ci disse che avevamo superato 'la prova' e che le altre erano tutte delle prostitute". Da allora, dice poi la teste, "sono stata additata come una escort, non posso uscire a ballare con le amiche che c'è chi mi indica". Per questo ha scritto una memoria con l'amica e si è presentata in procura per testimoniare su cosa accadeva nelle serate organizzate per l'ex premier.

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