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martedì 15 maggio 2012
Meritocrazia/ Roger Abravanel ad Affari: "Serve la crescita economica. E una rivoluzione culturale"
"Facciamo un esempio concreto: se Del Piero 'raccomandasse' alla Juve di assumere un suo amico claudicante come calciatore, la società lo prenderebbe? No, perché c'è concorrenza di mercato, che porta ad assumere il professionista più adatto e più preparato per un determinato posto. Sembra un principio semplice, ma di fatto non è così. Nelle aziende pubbliche italiane, e in molte private, non si ragiona con questa logica. E se non c'è concorrenza, il talento non può fiorire". A spiegare la sua tesi ad Affaritaliani.it è Roger Abravanel, ingegnere, manager e scrittore, nonché presidente onorario del Forum della Meritocrazia, chedomani 16 maggio a Milano organizza la prima Notte dei Talenti .
In libreria sta per uscire il suo terzo saggio, "Italia cresci o esci" (ed. Garzanti), sul tema della meritocrazia. Un concetto creato nel 1954 dal laburista Michael Young, ma da Abravanel introdotto in Italia per la prima volta con il volume "Meritocrazia" nel 2008, a cui è seguto "Regole" nel 2010 (tutti editi da Garzanti).
In "Italia cresci o esci" Abravanel proprone la sua 'ricetta' per far uscire il nostro Paese dalla crisi: "Il nostro problema non è il debito, perché il Giappone ha un debito doppio del nostro. Il vero problema è la mancanza di crescita: la nostra economia è totalmente ferma e quello che spaventa è la paura che noi non saremo mai in grado di ripagare il nostro debito".
Un piano dallo sguardo lungo, quello di Abravanel, una visione della crescita su dieci anni. Con un capitolo specifico dedicato al premier, "Full Monti", in cui si parla di liberalizzazioni ("Vere liberalizzazioni, perché a quelle fatte di recente sono stati messi troppi vincoli") e di riforme del lavoro.
Ma soprattutto la meritocrazia è una questione di cultura, sottolinea Abravanel. "Noi in Italia abbiamo una cultura anti-crescita. Non ci rendiamo conto che il rispetto delle regole conviene a noi per primi. Non dobbiamo farlo per mere questioni morali, ma perché un comportamento corretto avrà conseguenze positive sulle nostre vite. Un napoletano paga un'assicurazione Rc Auto quattro volte più cara della media europea, perché i suoi concittadini hanno i colpi di frusta più alti d'Europa". Negativa per la crescita è anche l'enorme presenza di economia sommersa e la diffusa cultura del piccolo è bello: "Ancora una volta, così non si favorisce la crescita e la meritocrazia. Si preferisce quasi sopravvivere invece che puntare a migliorare sempre più ed espandersi".
Tra le riforme essenziali, per Abravanel, ci sono la giustizia e la scuola: "La giustizia civile determina il funzionamento dell'economia. E noi abbiamo i tempi del Gabon, siamo stati anche condannati dal tribunale de L'Aja per questo. Bisogna assolutamente ridurre i tempi, invece tutti pensano solo al penale". E poi la scuola: "Abbiamo un livello di istruzione pessima, soprattutto al centro-Sud. Eppure abbiamo anche noi tanti talenti, perché quando andiamo all'estero noi italiani ci distinguiamo per le nostre eccellenze".
Abravanel conclude ribadendo: "Bene i dibattiti e le iniziative, così come la legge per aumentare la presenza delle donne nei Consigli d'Amministrazione, ma prima di tutto bisogna far sviluppare l'economia".
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