Apre proprio lui, Clooney il festival di Venezia. Arriveranno poi Madonna, Jude Law, Matt Damon, Kate Winslet, Gwyneth Paltrow, Jodie Foster. La giuriaè presieduta da Darren Aronofski, con Mario Martone e Alba Rohrwacher rappresentanti per l’Italia
E’ UN CONCORSO. Incominciamo dai premi. Vince Cronenberg. Anzi, Sokurov. E, tra gli italiani, passa a prendere un leoncino Emanuele Crialese. Se fosse così, come predicono i bookmaker, che danno un testa a testa tra “A Dangerous Method” del formidabile canadese, sulla donna d’intesa e contesa tra Freud e Jung, e il poetico “Faust” dell’ammaliante russo, Venezia 68 avrebbe già un posto nella storia delle edizioni memorabili. Con gli immigrati di costa siciliana, “Terraferma” di Crialese ha un posto privilegiato nel cinema di sensibilità sociale, secondo gli scommettitori. E “Le idi di marzo” di George Clooney, che la Mostra la apre domani sera con la quarta regia, sarebbe un papabile a un premio della giuria. Se lo dice anche il rude Cassel, protagonista del film di Cronenberg: «Cannes è mercato, Venezia cultura»... Forse intende Arte, come dice lo statuto: Mostra internazionale d’Arte cinematografica (22 film in concorso, su cui si pronuncerà la giuria presieduta da Darren Aronofski, con Mario Martone e Alba Rohrwacher rappresentanti per l’Italia).
VENEZIA 68, ultimo anno contrattuale del direttore Marco Muller, parte col piede giusto. Ricordiamo che Muller è da otto anni alla guida del festival, un record che abbatte la tendenza litigiosa e burocratica di Venezia, mentre Cannes e Berlino sono stati in gradi di produrre continuità ventennali. Autori&star, film fulminanti e spessore glamour, come vuole il culto del festival perfetto, che prevede anche qualità e quantità nel gioco di consensi, stupore, passerelle. E scoperte? Questo sarebbe auspicabile. Anzi, la scoperta di un film, un segno di differenza, un rischio, questo è il vero lampo di senso.
TRE I FILM italiani in concorso, “Quando la notte” di Cristina Comencini, “L’ultimo terrestre” di Gian Alfonso Pacinotti detto Gipi, e il citato Crialese. Per avere un’idea di questa insolita edizione di arte e fasti, basta un elenco di film e cast. Clooney, che come regista ha il marchio di qualità, si porta Philip Seymour Hoffman, Paul Giamatti, Marisa Tomei e Evan Rachel Wood. Steven Soderbergh, con “Contagion”, fa sbarcare al festival Jude Law, Matt Damon, Marion Cotillard, Kate Winslet, Gwyneth Paltrow e Laurence Fishburne (se vengono tutti). Inevitabile, uno dei film che fa più «casino» è “W.E.”, seconda regia di Madonna che porta al Lido se stessa, James D’Arcy e la cosiddetta «neoKidman» australiana Abbie Cornishe. Roman Polanski, che siamo felici di rivedere in Italia con un film, ma lui se ne starà a casa per evitare rischi di estradizione, con “Carnage” fa passerella «da urlo»: Kate Winslet, John C. Reilly, Jodie Foster e Christoph Waltz.
Un altro esempio di combinazione festivaliera regale? “4.44 Last Day on Earth” di Abel Ferrara, tra i massimi «dissennati» lucidi del cinema d’autore contemporaneo, che per la passerella produce la coppia Willem Dafoe e Shanyn Leigh. E poi, gli altri: “Tinker, Taylor, Soldier, Spy” di Tomas Alfredson (Gran Bretagna, Germania), “Wuthering Heights” di Andrea Arnold (Gran Bretagna), “Texas Killing Fields” di Ami Canaan Mann (Usa), “Alpeis (Alps)” di Yorgos Lanthimos (Grecia) “Shame” di Steve McQueen (Gran Bretagna), e sono davvero tanti se apriamo, come da quest’anno vuole il direttore, la sezione ufficiale delal competizione alla sezione Orizzonti, che avrà visibilità diversa. Ma la vera domanda, il vero cuore delle angosce e delle speranze di questa edizione è: Vasco, lui, l’immancabile, ci sarà?Speriamo proprio di si!!FORZA VASCOOOO!!
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