"Va
detto che a volte chi mi faceva quelle domande sembrava dirmi: porta
pazienza, me lo chiede il caporedattore a cui lo chiede il direttore
ecc. Insomma sappiamo cos'è che fa vendere i giornali. Comunque il
risultato è sempre stato questo assurdo disco rotto che se n'è sempre
fregato delle mie risposte. Altrimenti, forse (ma molto forse…) quelle
domande non me le avrebbero ripetute così ossessivamente. Risposte che
ogni volta sono state: 1 "rispetto Vasco, la sua storia e il rapporto che ha con il suo pubblico"
2 "io faccio le gare con me stesso (e sono toste, sappiatelo) come
credo faccia anche lui. Siamo imparagonabili perché molto diversi (come
ogni altro è diverso da ogni altro). Infine ridurre la musica a una gara
vuol dire semplicemente svilirla. Quindi è una rivalità di cui hanno
bisogno certi giornali e alcune frange estremiste di fan" 3 "siete voi,
con queste solite domande ad allontanare sempre di più qualsiasi
possibilità di duetto fra noi". Ogni volta mi sento un disco rotto
anch'io ma siccome è quello che penso e le domande non cambiano… Per
otto anni, prima di vivere di musica, ho fatto mestieri di ogni tipo. Esperienza sufficiente per poter oggettivamente dire che c'è di peggio, eehhh c'è di molto peggio"
"Così c'ho fatto il callo - continua Ligabue - e ho messo questa roba nel novero dei pegni da pagare a fronte di privilegi come per esempio, quello di salire su un palco. Però, e qui veniamo alla vera nota dolente, nonostante quel è tutto un gioco, è tutto un gioco che in tanti ripetono, io ho sempre pensato che a fare le spese di beghe come queste è sempre stata, purtroppo, la musica. La mia musica e la sua musica. Perché è chiaro che sia io che lui mettiamo tutti noi stessi in quello che scriviamo e cantiamo.
"E' evidente in chiunque non sia sordo (o lo voglia fare) - spiega - che scaviamo entrambi dentro di noi con sofferenza e senza pietà per cercare di produrre qualcosa che possa essere all'altezza di tutto l'amore che riceviamo. E quando cerchi di dare tutto quello che puoi, con tutto il lavoro, l'attenzione, la passione, il talento, la tua totale partecipazione e il tuo totale impegno per poi vedere ogni cosa ridotta alla domanda se ti senti o no il numero uno, sai che purtroppo a farne le spese è la musica. Ne fa le spese l’informazione sulla musica. Questa musica di cui c'è così tanto bisogno e che, nel frattempo, viene così facilmente bistrattata".
Questa musica a cui si danno così tante responsabilità e a cui si chiede
così tanto e nel frattempo la si ascolta e la si giudica così
sbrigativamente. Alla conferenza stampa, il pomeriggio del concerto di
Campovolo, su sette domande che mi hanno fatto, quattro erano su Vasco. E
io dentro di me pensavo: siamo qui in una situazione straordinaria in
cui gli spunti per parlare di musica, di testi, di concerti, di
allestimenti, di storia personale, di fan, sarebbero centinaia ma alla
fine devono portare a casa quell'argomento. Le risposte che ho dato
allora erano più o meno un sunto di quello che trovate in queste righe.
Ricordo che alla fine ci fu un lungo applauso liberatorio (era il primo
che beccavo in una conferenza stampa, ha sorpreso anche me) da parte di
gente che lavora in radio piuttosto che giornalisti web. Era il segno di
quanto anche loro si fossero rotti di sentire sempre tutto banalizzato e
ridotto a quella questione".
"Vi ho detto queste cose per farvi sapere il mio pensiero anche se credo che diversi di voi lo immaginassero o lo conoscessero già. - specifica il cantautore - Continueremo il nostro percorso, io il mio e lui il suo. Cercando di garantire il massimo che possiamo io a voi e lui ai suoi. Consapevoli del nostro reciproco rispetto ma decisi a difendere a denti stretti ognuno la propria storia personale. Mentre procederemo così continueranno a farci le solite domande. Adesso che ci penso questo pezzo può diventare utile: stampo quelle risposte e a chi mi fa quelle domande gliele consegno a mano ogni volta. Me ne starò zitto, come in passato, quando le cose prenderanno una piega particolarmente assurda o quando i miei maroni saranno sul punto di scoppiare. Me ne starò zitto per non fare il gioco di quel tipo d'informazione".
"Nel frattempo, inevitabilmente, buona parte dei titoli, invece di raccontare del nostro reciproco lavoro, faranno riferimento all'"altro". - conclude - Ogni volta che verranno raccontati i nostri successi sembrerà che sia qualcosa fatto "alla faccia" dell'"altro". Su grandi temi come senso della vita, droga, modo di intendere il rock… dire la propria (per ognuno dei due così legittimamente diversa) verrà fatto passare come un attacco all'"altro". Qualsiasi cosa verrà buona pur di avvelenare il clima cercando un'escalation mediatica. Ma soprattutto verrà buona per evitare di fare qualcosa di veramente importante tipo, per esempio, provare a capire veramente (e provare a spiegarlo) cosa ci sia nelle nostre rispettive canzoni che riesce a produrre magie così grosse come l'amore e la fiducia che in così tanti provate per me e che in così tanti provano per lui. Vi abbraccio e, ancora una volta, buon anno. E a te, Vasco, anche se in anticipo di venti giorni, buon compleanno".
"Vi ho detto queste cose per farvi sapere il mio pensiero anche se credo che diversi di voi lo immaginassero o lo conoscessero già. - specifica il cantautore - Continueremo il nostro percorso, io il mio e lui il suo. Cercando di garantire il massimo che possiamo io a voi e lui ai suoi. Consapevoli del nostro reciproco rispetto ma decisi a difendere a denti stretti ognuno la propria storia personale. Mentre procederemo così continueranno a farci le solite domande. Adesso che ci penso questo pezzo può diventare utile: stampo quelle risposte e a chi mi fa quelle domande gliele consegno a mano ogni volta. Me ne starò zitto, come in passato, quando le cose prenderanno una piega particolarmente assurda o quando i miei maroni saranno sul punto di scoppiare. Me ne starò zitto per non fare il gioco di quel tipo d'informazione".
"Nel frattempo, inevitabilmente, buona parte dei titoli, invece di raccontare del nostro reciproco lavoro, faranno riferimento all'"altro". - conclude - Ogni volta che verranno raccontati i nostri successi sembrerà che sia qualcosa fatto "alla faccia" dell'"altro". Su grandi temi come senso della vita, droga, modo di intendere il rock… dire la propria (per ognuno dei due così legittimamente diversa) verrà fatto passare come un attacco all'"altro". Qualsiasi cosa verrà buona pur di avvelenare il clima cercando un'escalation mediatica. Ma soprattutto verrà buona per evitare di fare qualcosa di veramente importante tipo, per esempio, provare a capire veramente (e provare a spiegarlo) cosa ci sia nelle nostre rispettive canzoni che riesce a produrre magie così grosse come l'amore e la fiducia che in così tanti provate per me e che in così tanti provano per lui. Vi abbraccio e, ancora una volta, buon anno. E a te, Vasco, anche se in anticipo di venti giorni, buon compleanno".
Appena tre mesi fa su Facebook Vasco esternò un suo pensiero su
Ligabue scrivendo questa farse: «Caro Liga quando avrai scritto anche tu
quasi duecento canzoni e avrai pubblicato 16 album inediti potrai
essere messo sul mio stesso piano. Devi mangiare ancora un po’ di
polenta prima di poterti confrontare con me». Dopo pochi giorni e tanet
polemiche, Vasco smentì di aver scritto la farse incriminata e addossò
la colpa ad un ipotetico hacker. Oggi però i fans di Ligabue tornano sul
piede di guerra perché durante un’intervista rilasciata a Red Ronnie,
il cantante di “Eh Già”, ancora una volta torna ad attaccatre Ligabue,
con questa frase: “Cosa ne pensi di Ligabue?” (Red Ronnie) : “Un
bicchiere di talento in un mare di presunzione“ (Vasco Rossi). Forse é
il caso che Vasco prenda la vita con più calma, meno liti del genere non
possono che fargli bene!
Magari una bella cioccolata calda per addolcire Vasco ultimamente, che non ci piace così litigioso!
Nessun commento:
Posta un commento