La pausa caffè fa bene. Lo dicono tutti i lavoratori (per ovvii motivi) e adesso lo dice anche la scienza.
Secondo uno studio di Arielle Tambini del Dipartimento di Psicoologia della New York University , fare una pausa (caffè) favorisce un lavoro più produttivo. Interrompersi per qualche momento favorisce infatti la concentrazione, l’apprendimento e la memorizzazione dei dati precedentemente acquisiti dal cervello. E se la pausa è una “pausa caffè” il tutto ha anche più gusto.
Lo studio, pubblicato su Neuron, conferma ed estende la teoria seconda la quale le ore di sonno sono quelle durante le quali il cervello rielabora informazioni acquisite durante il giorno, fissando nella memoria le informazioni importanti ed eliminando il “superfluo”. La pausa durante l’attività lavorativa serve in un certo senso a facilitare il processo di memorizzazione dati del cervello.
Eppure non sono poche le polemiche che ogni tanto ritornano circa la produttività dei lavoratori inclini a concedersi pause. Ed ecco che per qualcuno la pausa caffè diventa uno dei più validi fattori di improduttività di un lavoratore. A lanciare l’idea invece di eliminarla o di toglierla dallo stipendio, sono stati gli imprenditori stranieri che, addirittura, vedono questa proposta come una misura anti-crisi.
Per gli imprenditori italiani la proposta dall’estero di eliminare la pausa caffè è addirittura dannosa. La pausa, infatti, è molto spesso l’occasione per far circolare le informazioni, è un punto di incontro tra le varie parti dell’azienda e un momento in cui, oltre a parlare di sport e fare due chiacchiere, ci si scambiano notizie di lavoro. Inoltre, visto l’informalità dell’occasione di incontro, diventa ambiente favorevole per il confronto e a volte per la risoluzione dei problemi.
La sintesi è chiara se ci fermiamo per un attimo e gustiamo un buon caffè, ci rigeneriamo e torniamo più carichi al posto di lavoro.
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