“Prendete tempo per preparare il caffè e Dio benedirà voi e la vostra tavola. Dove viene servito il caffè ci sono grazia e splendore, amicizia e felicità”.
Questo verso di un poema del XVI secolo scritto in lode del caffè da Sheikh Ansari Abd al Kadir (noto come il santo del caffè), riflette il senso di spiritualità e benessere legato alla nostra amata bevanda...
...Un proverbio etiope dice anche che chi non ha nessuno con cui bere il caffè non ha amici!!!
E' bellissima quet'immagine del caffè strumento al centro di un rituale sociale come l'amicizia, noi occidentali lo viviamo nel momento in cui al bar seduiti con gli amici o a casa a tavola ci gustiamo un buon caffè, ma in Etiopia diventa un vero è proprio rituale, una cerimonia:
Una donna della famiglia, vestita in abiti tradizionali, solitamente di color bianco con i bordi ricamati, da inizio alla cerimonia spargendo sul suolo delle foglie di eucalipto, per creare all'interno della casa un ambiente simile a quello esterno, poi si siede su uno sgabello davanti ad un braciere e dopo aver accuratamente lavato i chicchi, li tosta in una piccola padella. Mentre alle orecchie arriva il suono dei chicchi che vengono agitati nel padellino e scoppiettano, il profumo del caffè, mescolato a quello dell’incenso, diventa inebriante. Prima di macinare i chicchi di caffè la donna fa un giro fra gli ospiti affinché tutti sentano l’odore dei chicchi appena tostati. Questi poi vengono macinati e fatti bollire in una brocca di terracotta sempre sul braciere.
L’esperienza sensoriale arriva al culmine quando si gusta il primo sorso...Assieme al caffè vengono serviti cereali tostati e pezzetti di pane dolce fritto.
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